Divieto di transito per i mezzi pesanti sulla A14: Conftrasporto, chiusura insostenibile

Divieto di transito per i mezzi pesanti sul viadotto Cerrano fra i caselli Pescara Nord e Pineto A14. Autostrade per l’Italia ha imposto con un’apposita ordinanza emessa dopo il decreto notificato dall’autorità giudiziaria, il divieto di transito per i mezzi pesanti superiori a 3,5 tonnellate lungo l’autostrada A14 nel tratto fra Pineto e Pescara Nord – Città Sant’Angelo.

Dietro alla decisione, motivi di sicurezza legati alle condizioni del viadotto Cerrano. Il divieto è scattato ieri 19 dicembre e, per ora, è a tempo indeterminato. I mezzi pesanti, dunque, dovranno transitare obbligatoriamente lungo la statale 16 adriatica.

Secondo il vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto Paolo Uggè “disagi insostenibili” investiranno sia i cittadini sia gli operatori dell’autotrasporto e della logistica.

“Questa chiusura – spiega Uggè – si aggiunge agli altri sequestri predisposti su diversi viadotti della A14 nel tratto abruzzese-marchigiano, con relative restrizioni al passaggio dei veicoli, oltre alla chiusura del casello di Roseto degli Abruzzi”.

“In concomitanza con gli esodi natalizi, non è difficile prevedere code chilometriche nelle aree interessate dalle limitazioni, con tempi di percorrenza inaccettabili. Non vorremmo evocare ulteriori disagi dovuti a nevicate o giornate di intenso maltempo: allora sarebbero davvero guai – prosegue il vicepresidente di Conftrasporto – Il disastroso quadro generale della viabilità lungo la dorsale adriatica avrà ripercussioni dirette e immediate sull’economia delle regioni interessate”.

“Occorre che il Ministro De Micheli e tutti gli organi deputati si adoperino sin da subito per una rapida soluzione delle criticità; è una vera emergenza, e come tale va trattata e risolta”, conclude il vicepresidente di Conftrasporto-Confcommercio.

Source: trasporti italia

Ferrovie Lombardia: presentato il piano neve e gelo

Rete Ferroviaria Italiana ha presentato alla Regione Lombardia il Piano neve per la stagione invernale 2019/20. Piano operativo per gestire al meglio la circolazione ferroviaria in caso di criticità legate alle condizioni meteo avverse.

Rete Ferroviaria Italiana garantisce l’impiego di oltre 370 persone dedicate alla gestione delle situazioni di emergenza per il mantenimento in efficienza degli impianti ferroviari e delle stazioni, per le informazioni al pubblico con un potenziamento degli agenti impiegati e alla gestione della circolazione della circolazione.

Controlli preventivi

Partendo da un’analisi approfondita delle criticità gestite in seguito agli eventi meteorologici che hanno colpito la regione negli scorsi inverni, sono previste una serie di attività preventive che consistono nei controlli straordinari dello stato di funzionamento delle scaldiglie, la lubrificazione periodica degli scambi e delle linee di alimentazione elettrica con liquido antigelo, il taglio della vegetazione potenzialmente critica, corse raschiaghiaccio, spargimento sale sui marciapiedi delle stazioni e la vigilanza specifica del personale che sarà chiamato a intervenire sull’infrastruttura.

Piano operativo

Il piano neve sarà articolato in varie fasi sulla base delle previsioni del Bollettino Meteo della Protezione Civile a partire dai due giorni precedenti la dichiarazione di allerta.

Possibile riprogrammazione dell’offerta in base alle previsioni metereologiche. La riduzione sarà annunciata il giorno precedente la dichiarazione di allerta, in stretta relazione all’andamento delle condizioni meteorologiche, oltre a specifiche misure tecniche e organizzative per garantire la regolarità del servizio ripianificato, per preservare l’efficienza dei mezzi e il regolare funzionamento dei sistemi di sicurezza.

La riduzione dell’offerta produrrà una rimodulazione dei flussi in transito sulle linee e nei nodi, definita da una task force centrale/territoriale di RFI, tale da assicurare la continuità in sicurezza della mobilità ferroviaria, unita a un’adeguata regolarità della circolazione. I programmi di circolazione preventivamente pianificati prevedono una riduzione del servizio pari a circa il 30 per cento in caso di un livello di allerta gialla. Le riduzioni salgono al 50 % nei casi di allerta arancione fino alla sospensione dei servizi in caso di particolari condizioni nevose o di gelicidio incompatibili con la circolazione ferroviaria (allerta rossa).

Tutte le variazioni a quanto previsto dall’Orario Ufficiale saranno tempestivamente comunicate ai clienti utilizzando tutti i media del Gruppo FS Italiane, a cui si aggiungono i tradizionali canali di Trenord.

Source: trasporti italia general

Lombardia, Fs: presentato il piano neve e gelo

Rete Ferroviaria Italiana ha presentato alla Regione Lombardia il Piano neve per la stagione invernale 2019/20. Piano operativo per gestire al meglio la circolazione ferroviaria in caso di criticità legate alle condizioni meteo avverse.

Rete Ferroviaria Italiana garantisce l’impiego di oltre 370 persone dedicate alla gestione delle situazioni di emergenza per il mantenimento in efficienza degli impianti ferroviari e delle stazioni, per le informazioni al pubblico con un potenziamento degli agenti impiegati e alla gestione della circolazione della circolazione.

Controlli preventivi

Partendo da un’analisi approfondita delle criticità gestite in seguito agli eventi meteorologici che hanno colpito la regione negli scorsi inverni, sono previste una serie di attività preventive che consistono nei controlli straordinari dello stato di funzionamento delle scaldiglie, la lubrificazione periodica degli scambi e delle linee di alimentazione elettrica con liquido antigelo, il taglio della vegetazione potenzialmente critica, corse raschiaghiaccio, spargimento sale sui marciapiedi delle stazioni e la vigilanza specifica del personale che sarà chiamato a intervenire sull’infrastruttura.

Piano operativo

Il piano neve sarà articolato in varie fasi sulla base delle previsioni del Bollettino Meteo della Protezione Civile a partire dai due giorni precedenti la dichiarazione di allerta.

Possibile riprogrammazione dell’offerta in base alle previsioni metereologiche. La riduzione sarà annunciata il giorno precedente la dichiarazione di allerta, in stretta relazione all’andamento delle condizioni meteorologiche, oltre a specifiche misure tecniche e organizzative per garantire la regolarità del servizio ripianificato, per preservare l’efficienza dei mezzi e il regolare funzionamento dei sistemi di sicurezza.

La riduzione dell’offerta produrrà una rimodulazione dei flussi in transito sulle linee e nei nodi, definita da una task force centrale/territoriale di RFI, tale da assicurare la continuità in sicurezza della mobilità ferroviaria, unita a un’adeguata regolarità della circolazione. I programmi di circolazione preventivamente pianificati prevedono una riduzione del servizio pari a circa il 30 per cento in caso di un livello di allerta gialla. Le riduzioni salgono al 50 % nei casi di allerta arancione fino alla sospensione dei servizi in caso di particolari condizioni nevose o di gelicidio incompatibili con la circolazione ferroviaria (allerta rossa).

Tutte le variazioni a quanto previsto dall’Orario Ufficiale saranno tempestivamente comunicate ai clienti utilizzando tutti i media del Gruppo FS Italiane, a cui si aggiungono i tradizionali canali di Trenord.

Source: trasporti italia general

Autostrade del mare: Cascetta, solo il 7% dei fondi europei è destinato al settore

Solo il 7% dei fondi europei CEF Transport nel periodo di programmazione 2014-2020 è stato allocato in progetti infrastrutturali portuali, in innovazione tecnologica e nella priorità delle Autostrade del Mare. Lo ha evidenziato Ennio Cascetta, amministratore unico di Ram Logistica Infrastrutture e Trasporti, società in-house del MIT, nel corso del “Financing the maritime sector and MoS”, che si è svolta al Ministero dei Trasporti.

“Il trasporto marittimo – afferma Cascetta – è la modalità fondamentale su cui viaggia l’import ed export europeo ed italiano, sia in valore che in quantità. La domanda estera, a sua volta, ha rivestito negli ultimi dieci anni il ruolo principale driver per la ripresa economica, in particolar modo in Italia dove, nonostante la sostanziale invarianza del PIL nell’ultimo decennio, è stata proprio l’internazionalizzazione del nostro tessuto economico a bilanciare il forte calo della domanda interna e degli investimenti”.

Nel contesto europeo, l’Italia è leader nel segmento dello Short Sea Shipping, che rappresenta il 61% dei traffici marittimi europei e di cui l’Italia è leader nel bacino del Mediterraneo e del Mar Nero, e dei traffici di Autostrade del Mare, in cui il nostro paese è il secondo paese per movimentazioni Ro-Ro nell’Ue a 28 con una quota di mercato del 18,1% (seconda alla Gran Bretagna) e primo per passeggeri trasportati in ferries. Un modello che si basa anche su un’estesa offerta di servizi nazionali ed internazionali e su consolidate policies pubbliche in materia di progettazione ed implementazione di incentivi per il combinato mare-strada.

“Le Autostrade del Mare – continua Cascetta – sono per l’Italia delle vere e proprie infrastrutture mobili transnazionali su cui viaggia l’import-export delle nostre imprese: solo tra l’Italia e la Spagna vengono scambiate 18,01 mln di tonnellate di merce, di queste il 46,4% viene trasportata via mare e di queste il 66,6% viaggia su servizi di Autostrade del Mare. Una modalità che garantisce sostenibilità ambientale e decongestionamento dei valichi stradali di frontiera” e che presenta costi di messa in esercizio decisamente inferiori rispetto alle infrastrutture terrestri, “eppure – ribadisce Cascetta – soltanto il 7% dei fondi europei (programma CEF Transport 2014-2020) è dedicato allo sviluppo del settore. Perché non considerarle, ai fini del cofinanziamento europeo ed in vista del nuovo periodo di programmazione europeo 2021-2017, infrastrutture di ‘confine’ e quindi prevedere un cofinanziamento europeo al 50% così come le infrastrutture transnazionali terrestri?”

Le altre sfide da portare all’attenzione di Bruxelles in materia di Autostrade del Mare sono, secondo Cascetta, l’adozione di un incentivo di matrice europea targetizzato nel premiare l’efficientamento energetico sia in un’ottica intra-modale (tra diverse alternative di servizi di Autostrade del Mare) ed inter-modale (confrontando alternative di percorso ADM e stradali) sul modello proposto dal progetto Med Atlantic Ecobonus, la rivisitazione delle Linee Guida sul trasporto marittimo datate 2004 e la necessità di disseminare la nuova architettura dei fondi europei 2021-2017 al fine di cogliere in anticipo le opportunità finanziarie offerte dai programmi di cofinanziamento.

Source: trasporti italia general

Manovra: in arrivo le proroghe per Marebonus e Ferrobonus

Proroga per marebonus e ferrobonus. Lo prevede la manovra approvata in Senato e che ora deve passare – ma non verrà modificata – dalla Camera.

Diverse le misure per le infrastrutture e i trasporti. Eccole nel dettaglio.

In arrivo 20 milioni di euro per il 2021 per la proroga del cosiddetto Marebonus e 14 milioni per il 2020 e 25 milioni per il 2021 per la proroga del cosiddetto Ferrobonus.

Via libera a 60 milioni di euro per il 2020 per la prosecuzione degli interventi per la salvaguardia di Venezia. Arrivano nuove assunzioni al Ministero delle infrastrutture per assicurare la continuità nell’attività di vigilanza sui concessionari della rete autostradale.
Per il monitoraggio e la vigilanza relative all’esecuzione del contratto di servizio di media e lunga percorrenza in essere con Trenitalia S.p.A., dal 2020 il Mit potrà accantonare nel suo bilancio lo 0,15% degli importi stanziati per il corrispettivo da riconoscere a Trenitalia per gli oneri connessi al Contratto di servizio di media e lunga percorrenza con Trenitalia.

Arrivano 3 milioni nel 2020 per la rottamazione dei pullman più inquinanti. La norma riguarda il rinnovo del parco veicolare, adibito a trasporto passeggeri, delle imprese attive sul territorio italiano iscritte al Registro elettronico nazionale (Res). Riguarderà gli investimenti effettuati dall’entrata in vigore della manovra e fino al 30 settembre 2020 per la rottamazione di bus o pullman Euro IV con contestuale acquisizione, anche mediante locazione, di nuovi veicoli a metano, gpl, ibridi, elettrici o Euro VI. I contributi, non cumulativi con altri incentivi, potranno andare da 4mila a 40mila euro per ciascun veicolo rottamato e sarà differenziato a seconda della categoria (M2 o M3). Un dm del Mit definirà i dettagli della misura.

Come annunciato, arriva la tassa sulle auto aziendali che scatterà da luglio 2020, solo per le nuove immatricolazioni e sarà basata sulle emissioni di Co2. Il cosiddetto “fringe benefit” partirà dal 25% per i veicoli con emissioni di Co2 sotto i 60 g/km, salirà al 30% per quelli compresi tra 60 e 160 g/km, al 40% (50% dal 2021) per quelli compresi tra 160 e 190 g/km, per poi arrivare al 50% nel 2020 (60% dal 2021) se si superano i 190 g/km.

Due milioni all’anno per il triennio 2020-2022 per lo sviluppo del retroporto di Gioa Tauro e 2 milioni nel 2020 e 3 milioni nel 2021 alla ristrutturazione e alla messa in sicurezza del porto di Barletta.
Stanziati 828 milioni di euro, ripartiti negli anni dal 2020 al 2032, per la realizzazione della linea 2 della metropolitana di Torino.

Il programma straordinario di investimenti urgenti per la ripresa e lo sviluppo del porto di Genova e delle relative infrastrutture di accessibilità e per il collegamento intermodale dell’aeroporto Cristoforo Colombo con la città di Genova, viene esteso anche a favore di lavori di messa in sicurezza e adeguamento idraulico del rio Molinassi e del rio Cantarena, dell adeguamento alle norme in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro, e della razionalizzazione dell accessibilità dell area portuale industriale di Genova Sestri Ponente. Per questi ulteriori interventi, è prevista, per gli anni 2020-2024, una spesa complessiva pari a 480 milioni di euro.

Per potenziare l’area portuale di Taranto e sostenere l’occupazione è istituita la Zona franca doganale, la cui perimetrazione sarà definita dall’Autorità di sistema portuale del Mar Jonio, approvata con determinazione del direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Stanziati 500mila euro l’anno, dal 2020 al 2026, per il potenziamento delle attività di monitoraggio e vigilanza relative all esecuzione del contratto di servizio di media e lunga percorrenza in essere con Trenitalia, per la verifica della qualità dei servizi erogati all utenza e per il miglioramento degli stessi.

Per l’applicazione dell Iva sui servizi di locazione, anche finanziaria, noleggio e simili a breve termine di imbarcazioni da diporto, l’effettiva utilizzazione e fruizione del servizio al di fuori della Unione europea va dimostrata attraverso adeguati mezzi di prova e non presunta.

Qualora in una regione ricadano più di una autorità di sistema portuale e nell’ambito di una delle due autorità ricadano scali situati in regioni differenti, nel territorio regionale potranno essere istituite un massimo di due Zone logistiche semplificate. Alle imprese localizzate nella seconda zona logistica speciale istituita in ogni regione non competono i crediti di imposta per investimenti ordinariamente applicabili nelle zone logistiche speciali.

Stanziati 6,1 miliardi di euro (aggiuntivi rispetto a quanto già previsto dalla legislazione vigente) per il periodo 2020-2034, per il finanziamento di interventi relativi a programmi straordinari di manutenzione della rete viaria di province e città metropolitane, nonché degli interventi relativi ad opere pubbliche di messa in sicurezza delle strade e di manutenzione straordinaria ed efficientamento energetico delle scuole degli enti medesimi.

Incrementate di 2,4 miliardi le risorse dirette alle regioni a statuto ordinario per la realizzazione di opere pubbliche per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio, nonché per interventi relativi alla viabilità, alla rigenerazione urbana, alla riconversione energetica e alle infrastrutture

Source: trasporti italia

Mare, a breve l’istituzione della Zona Logistica Semplificata nei Porti di Roma e del Lazio

È imminente l’istituzione della Zona Logistica Semplificata nei Porti di Roma e del Lazio.

Definiti dal gruppo di lavoro, i cui 12 componenti provengono dall’AdSP, dalla Regione, da Unioncamere, Unindustria e ANCI Lazio con il coordinamento del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, Francesco Maria di Majo, i vari aspetti che dovranno essere inseriti nel Piano di Sviluppo Strategico.

Entro il mese di marzo 2020, la SRM (Studi e Ricerche per il Mezzogiorno), che ha svolto la stessa attività per l’istituzione delle Zone Economiche Speciali (ZES) della Puglia e della Campania, presenterà il Piano di Sviluppo Strategico che sarà trasmesso alla Regione Lazio la quale, una volta adottato con delibera di Giunta, lo trasmetterà alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’approvazione. A quel punto l’iter per l’istituzione della Zona Logistica Semplificata potrà dirsi completato.

“Sono soddisfatto dei risultati fino ad oggi raggiunti dal Gruppo di Lavoro e mi auguro che, entro la prossima estate, le Zone Logistiche Semplificate del Tirreno Centro Settentrionale possano diventare una realtà“, dichiara il numero uno di Molo Vespucci.

“L’imminente istituzione della Zona Logistica Semplificata è di fondamentale importanza per i porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta poiché per il suo ruolo significativo nel percorso di sviluppo e riqualificazione dei tre porti del network laziale […] Le ZLS contribuiranno alla competitività, alla crescita economica e all’incremento del livello occupazionale dell’intero cluster portuale e logistico laziale e, di conseguenza, dell’intera regione Lazio. In ragione di questo che, per dare concretezza alla realizzazione della ZLS secondo i principi operativi indicati dalla Regione Lazio nella delibera del 30 ottobre 2018, tra cui rientra lo sviluppo dell’intermodalità trasversale e l’integrazione dei corridoi trasversali tirreno- adriatici e della Blue Economy, stiamo portando avanti non solo le opere di infrastrutturazione marittima dei tre porti del Lazio (Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta) ma anche i progetti volti a potenziare i collegamenti ferroviari, come il cosiddetto ultimo miglio ferroviario”, il cui bando di aggiudicazione per la progettazione è in fase di pubblicazione grazie anche alla recente firma del grant agreement con la Commissione Europea per l’assegnazione del contributo a fondo perduto di quasi 4 milioni di euro”, conclude il presidente dell’Authority.

Precedentemente erano state identificate le aree da inserire all’interno delle ZLS, le attività da promuoversi al loro interno con l’individuazione delle semplificazioni amministrative e i vari aspetti finanziari e politiche di marketing territoriale, l’analisi dell’impatto sociale ed economico atteso dalla loro istituzione nonché lo Sviluppo di una Zona Doganale Interclusa e dei Corridoi doganali.

Source: trasporti italia general

Brennero: Conftrasporto, bene incentivi austriaci ma serve la sospensione del filtraggio per i tir

Aumenta il finanziamento pubblico per abbandonare la strada in favore dei treni sull’asse del Brennero. L’Austria stanzia 205,2 milioni di euro per il 2020-2022, in modo da rendere meno costoso il trasporto di camion su rotaia attraverso vagoni ribassati. Un sussidio per le compagnie ferroviarie, che si tradurrà in una diminuzione dei costi per le aziende di logistica.

Secondo Conftrasporto-Confcommercio si tratta della strada giusta, autorizzata dalla Commissione europea per favorire il passaggio delle merci dalla gomma al ferro.

“Forse tuttavia esiste una dimenticanza importante – precisa il vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto Paolo Uggè – Un ‘dettaglio’ legato a due fattori: la capacità della rete austriaca a sopportare un incremento di traffico, e la sospensione obbligatoria delle misure di filtraggio che l’Austria vuole continuare ad applicare ai Tir in transito”.

“Non ho mai visto far entrare in una bottiglia di un litro l’equivalente di quanto contenuto in una botte da cento litri – spiega Uggè – Questa è la situazione della infrastrutture che consentono l’attraversamento dell’Austria. Il governo austriaco trovi, d’intesa con l’Italia e la Germania, una soluzione condivisa, e non cerchi di trovare scappatoie pensando di poter continuare con la politica degli ostacoli. Senza una valida intesa a difesa degli interessi nazionali il governo italiano attui rapidamente le dovute misure nel momento in cui accerterà l’impossibilità pratica di trasferire dalla gomma alla ferrovia l’enorme volume di merce che attraversa il territorio austriaco”.

“Possibile che in Commissione europea non vi sia qualcuno che abbia compreso come non è certo una questione di costo la situazione di ingolfamento che si determina sulle strade?”, conclude il vicepresidente di Confcommercio-Conftrasporto.

Source: trasporti italia

Brennero: arrivano nuovi incentivi per il passaggio delle merci dalla gomma al ferro

Aumenta il finanziamento pubblico per abbandonare la strada in favore dei treni sull’asse del Brennero. L’Austria stanzia 205,2 milioni di euro per il 2020-2022, in modo da rendere meno costoso il trasporto di camion su rotaia attraverso vagoni ribassati. Un sussidio per le compagnie ferroviarie, che si tradurrà in una diminuzione dei costi per le aziende di logistica.

Secondo Conftrasporto-Confcommercio si tratta della strada giusta, autorizzata dalla Commissione europea per favorire il passaggio delle merci dalla gomma al ferro.

“Forse tuttavia esiste una dimenticanza importante – precisa il vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto Paolo Uggè – Un ‘dettaglio’ legato a due fattori: la capacità della rete austriaca a sopportare un incremento di traffico, e la sospensione obbligatoria delle misure di filtraggio che l’Austria vuole continuare ad applicare ai Tir in transito”.

“Non ho mai visto far entrare in una bottiglia di un litro l’equivalente di quanto contenuto in una botte da cento litri – spiega Uggè – Questa è la situazione della infrastrutture che consentono l’attraversamento dell’Austria. Il governo austriaco trovi, d’intesa con l’Italia e la Germania, una soluzione condivisa, e non cerchi di trovare scappatoie pensando di poter continuare con la politica degli ostacoli. Senza una valida intesa a difesa degli interessi nazionali il governo italiano attui rapidamente le dovute misure nel momento in cui accerterà l’impossibilità pratica di trasferire dalla gomma alla ferrovia l’enorme volume di merce che attraversa il territorio austriaco”.

“Possibile che in Commissione europea non vi sia qualcuno che abbia compreso come non è certo una questione di costo la situazione di ingolfamento che si determina sulle strade?”, conclude il vicepresidente di Confcommercio-Conftrasporto.

Source: trasporti italia

Smartphone aziendali: chiarimenti sulla geolocalizzazione degli autisti sul lavoro

L’ispettorato Nazionale del Lavoro ha ammesso l’utilizzo di un’applicazione sviluppata per smartphone aziendali che permette all’impresa di trasporto di geolocalizzare gli autisti impegnati nelle consegne. Parallelamente l’ente ha fissato le condizioni affinché ciò sia ammesso. Ne ha dato notizia l’Anita.

Nella fattispecie esaminata dall’INL, l’applicazione – di esclusiva proprietà e disponibilità dell’impresa di trasporto – non consente una geolocalizzazione continua del lavoratore ma si attiva solo al momento della consegna della merce e nel caso di richiesta di aiuto da parte dello stesso lavoratore e si chiude successivamente a tale richiesta.

L’Ispettorato Nazionale del lavoro, dopo aver ricordato che lo Statuto dei lavoratori rende possibile il suo intervento solo in mancanza di rappresentanze sindacali aziendali o unitarie oppure, se costituite, quando il tentativo di accordo abbia avuto esito negativo, ha affermato la conformità dell’applicazione al ricorrere di alcune condizioni.

L’azienda dovrà dare apposita informativa scritta ai lavoratori in merito alle modalità di funzionamento, all’effettuazione dei controlli e alle finalità che giustificano la relativa autorizzazione. Le eventuali modifiche alle modalità di funzionamento, di conservazione dei dati e la loro gestione, devono essere comunicate e preventivamente autorizzate.

L’installazione e l’utilizzo dell’applicativo nonché il trattamento, la conservazione e la protezione dei dati e delle informazioni raccolte, deve avvenire nel rispetto delle disposizioni normative in materia di protezione dei dati personali.

L’accesso ai dati raccolti dall’applicativo, consentito solo per le finalità sopra indicate da parte dei soggetti incaricati, sarà tracciato tramite apposite funzionalità che consentano di sapere a quali dati si accede e la relativa motivazione; i “log di accesso” vanno conservati per un congruo periodo. La conservazione dei dati deve avvenire per un periodo non superiore a quello strettamente necessario agli scopi per i quali essi sono stati raccolti.

L’Istituto evidenzia che il sistema appare anche funzionale ad assicurare le esigenze di “sicurezza del lavoro”, sia perché agevola il contatto con il corriere in caso di emergenza, sia perché i drivers possono comunicare con il proprio datore di lavoro eventuali anomalie del veicolo o chiedere soccorso in caso di incidenti o malori.

Source: trasporti italia

Ferrovie: le 10 peggiori linee secondo il rapporto Pendolaria di Legambiente

Le linee ferroviarie peggiori d’Italia sono l’ex Circumvesuviana, la Roma Nord-Viterbo e la Roma-Ostia Lido. Lo afferma Legambiente nel dossier Pendolaria, rapporto che ogni anno racconta il cambiamento, in termini di quantità e qualità, dei treni in circolazione e di conseguenza degli effetti sulla vita quotidiana dei pendolari di tutta Italia.

A completare la classifica delle 10 linee peggiori, che nel complesso coinvolgono oltre 3 milioni di pendolari, troviamo tratti ferroviari che coinvolgono tutta la Penisola: la Milano-Chiasso, la Torino-Chivasso-Ivrea-Aosta, la Genova-Ovada-Acqui Terme, la Verona-Rovigo, la Terni-Sansepolcro, la Battipaglia-Potenza-Metaponto, la Agrigento-Palermo.

Dal rapporto si evince che i disagi per i cittadini sono ancora rilevanti da Sud a Nord: in troppe aree del Paese i treni, anno dopo anno, si riducono, i tempi di percorrenza si allungano, con la conseguenza che sempre più persone abbandonano questa modalità di trasporto perché trovano convogli sempre più affollati, vecchi e con continue cancellazioni. Il risultato, secondo l’associazione ambientalista, è che molti sono così costretti a spostarsi in auto o pullman con evidenti ripercussioni anche sull’inquinamento delle nostre città.

“Il rilancio della mobilità su ferro nelle città e la condizione che vivono i pendolari devono diventare una priorità dell’agenda politica nazionale. Oggi questo purtroppo non avviene – dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente -. Al nuovo ministro dei Trasporti Paola De Micheli chiediamo di dedicare ai pendolari almeno la stessa attenzione che ha messo in questi mesi per il rilancio dei cantieri delle grandi opere. Servono risorse – e purtroppo in Legge di Bilancio non ci sono ne per aumentare i treni pendolari ne per compararne di nuovi – ma anche scelte radicali e a costo zero a difesa di centinaia di migliaia di persone che ogni giorno prendono il treno in situazioni di degrado inaccettabili. La situazione che si vive da dieci anni sulle tre linee peggiori d’Italia è inaccettabile, è la conseguenza di drastici tagli e di disattenzione al servizio, e purtroppo si continua ad ascoltare solo promesse mentre il numero di passeggeri è diminuito fino al 30%. Al Ministro chiediamo di esercitare un vero potere di controllo, verifica ed intervento rispetto alle situazioni di più grave disagio, e quando la situazione è come a Roma e a Napoli commissariando le aziende. Sono infatti in larga parte le risorse statali a garantire il servizio su queste linee e i diritti dei cittadini alla mobilità devono essere garantiti”.

La classifica di Legambiente evidenzia come su alcune linee ed in alcune città, purtroppo, la situazione sia peggiorata e manca persino la speranza che qualcosa cambi. “Eppure – aggiunge l’associazione – da queste criticità si dovrebbe partire per rilanciare l’offerta di trasporto pubblico su ferro, con beneficio in termini di meno inquinamento e meno congestione nelle nostre città, ma anche di qualità della vita e ridotta spesa per le persone. Il nostro Paese ha, infatti, bisogno di aumentare sensibilmente il numero di passeggeri che viaggiano in metro e in treno, se vuole migliorare la qualità dell’aria e ridurre le emissioni di CO2 come previsto dall’Accordo di Parigi. Non solo, è questo tipo di progetti che saranno al centro dei finanziari del Green New Deal europeo, ma da noi si parla solo di grandi opere. Un dato positivo indubbiamente c’è: si riduce l’età dei treni in circolazione. Continua infatti la dismissione dei convogli più vecchi in molte regioni, con l’età media arrivata a 15,4 anni rispetto al 2017 (quando il dato era di 16,8), grazie al trend iniziato negli scorsi anni con l’immissione di nuovi convogli da parte di Trenitalia”. Il miglioramento, sottolinea Legambiente, è avvenuto soprattutto al Nord e al Centro, dove è diminuita l’età media ed il numero di treni con più di quindici anni di età per l’immissione di nuovi convogli e di dismissione di quelli più vecchi. In Puglia, Campania, Sicilia e Sardegna si vedranno miglioramenti nei prossimi anni grazie agli investimenti programmati nei Contratti di Servizio con Trenitalia.

In Campania nonostante gli investimenti in corso, l’età media rimane alta (19,7) soprattutto a causa dell’anzianità del parco rotabile di EAV (ex Circumvesuviana, Sepsa e MetroCampania NordEst); stessa situazione nel Lazio, dove sono sempre più evidenti le differenze tra la penosa condizione dei mezzi ATAC e quelli delle linee FL frequentate dai convogli Trenitalia. La seconda, grande, questione riguarda il numero di treni in circolazione. Purtroppo, malgrado negli ultimi dieci anni i pendolari siano aumentati passando da 2,7 a 2,9 milioni sui treni regionali (+7%), il numero di treni in circolazione nelle regioni è aumentato solo dell’1,1%.

“Dobbiamo mettere più treni e rinnovare il parco circolante se vogliamo convincere le persone a scegliere la mobilità sostenibile – aggiunge ancora Zanchini -. Nella legge di Bilancio in corso di approvazione non sono previste risorse aggiuntive per potenziare il servizio o per acquistare treni per i pendolari. Eppure se si vuole puntare davvero a un green new deal come annunciato dal Governo Conte occorre rilanciare una cura del ferro nel nostro Paese. La priorità dovrebbe essere di partire dal recupero dei tagli alle risorse avvenuto rispetto a 10 anni fa. Dal 2009, infatti, le risorse da parte dello Stato per il trasporto pubblico su ferro e su gomma sono diminuite del 21,5%. Una scelta che ha avuto come conseguenze tagli e disagi che i pendolari vivono ogni giorno”.

In molte regioni l’unica azione intrapresa come conseguenza di questi tagli è stata, infatti, l’aumento delle tariffe (in ben 16 regioni) o il taglio nei collegamenti (in 13 regioni): dal 2010 al 2019 il costo per i pendolari è aumentato notevolmente senza che a questo corrispondesse un cambio dell’offerta in termini di qualità e quantità. Anzi, si registrano punte del 48% di incremento in Campania (a fronte di un taglio ai servizi del 15%), Liguria e Piemonte (con un taglio però più contenuto, rispettivamente del 4,8% e dello 0,4%). E ci sono anche situazioni al limite come in Molise, dove il capoluogo Campobasso non ha piu’ collegamenti ferroviari con il mare perché è stata messa fuori esercizio la linea per Termoli. Buone notizie arrivano, invece, finalmente dai treni Intercity: il 2018 ha visto segnare un +5,9% in termini di offerta, rispetto all’anno precedente, recuperando i tagli che hanno colpito i convogli a lunga percorrenza a partire dal 2009.

Source: trasporti italia general

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