Autotrasporto: Uggè, diamo ai giovani il contributo destinato all’authority

Autotrasporto: il futuro è nella formazione. Allora perché il contributo che l’Authority dei Trasporti (senza averne titolo) chiede alle imprese del settore non lo destiniamo ai giovani per la formazione professionale e agli adempimenti burocratici?”. La provocazione è di Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto-Confcommercio (35mila imprese associate su gomma, ferro e mare). L’occasione è il convegno sull’Albo degli autotrasportatori che si è svolto la scorsa settimana a Verona nell’ambito del Transpotec, il Salone dei Trasporti e della Logistica. Al centro, la recente delibera dell’Authority che ha alzato l’aliquota del contributo delle imprese di trasporto dal 4 al 6 per mille, ampliando il perimetro delle aziende coinvolte a quelle con un fatturato minimo di 5 milioni di euro, contro i 30 di un anno fa.

“Un costo per le imprese che contribuisce solo a sostenere la burocrazia, ovvero i costi di gestione del garante – ha dichiarato Uggè – Quel contributo avrebbe decisamente più senso versarlo all’Albo degli autotrasportatori, creando un fondo per aiutare i giovani a darsi un futuro, potenziare la formazione e far crescere la cultura del rispetto dell’altro oltre che del codice della strada. Bisogna creare nuove generazioni di lavoratori anche nel settore dei trasporti, che ne ha un gran bisogno. Un dato su tutti: dal 2009 a oggi l’Italia ha perso 182mila conducenti professionali. È anche una delle conseguenze di un regime di concorrenza sleale che ci vede fortemente svantaggiati in Europa. Mentre Francia, Germania e Austria si sono dotate di leggi che impongono alle imprese straniere in transito sulle loro strade regole ferree (tra le quali il rispetto del salario minimo in vigore nel loro territorio), l’Italia non ha adottato analoghi provvedimenti legislativi. Il risultato è che negli ultimi 12 anni le imprese di trasporto dell’Europa dell’Est hanno incrementato i loro transiti in Italia del 700%, contro un crollo del 60% del traffico delle imprese italiane nel loro stesso Paese. Anche per questo abbiamo pensato di scommettere sui giovani. Crediamo nel valore della professionalità ed è importante che l’Europa ci segua in questo percorso. A tal proposito accogliamo con soddisfazione la Road Alliance, il documento di intenti che, sottoscritto da nove Paesi europei tra cui l’Italia, ha recepito le istanze di Conftrasporto sulla necessità di un regolamento unitario a livello europeo per tutto il settore. Mettiamoci insieme – ha concluso il presidente di Conftrasporto -: case costruttrici e imprese di trasporto. Quel contributo che l’Authoriry ci chiede diamolo all’Albo: servirà a creare occupazione, ad avvicinare le nuove generazioni al nostro settore. Sarà un investimento sul futuro”,

Source: trasporti italia

Autotrasporto: Uggè, diamo ai giovani il contributo dell’authority

Autotrasporto: il futuro è nella formazione. Allora perché il contributo che l’Authority dei Trasporti (senza averne titolo) chiede alle imprese del settore non lo destiniamo ai giovani per la formazione professionale e agli adempimenti burocratici?”. La provocazione è di Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto-Confcommercio (35mila imprese associate su gomma, ferro e mare). L’occasione è il convegno sull’Albo degli autotrasportatori che si è svolto la scorsa settimana a Verona nell’ambito del Transpotec, il Salone dei Trasporti e della Logistica. Al centro, la recente delibera dell’Authority che ha alzato l’aliquota del contributo delle imprese di trasporto dal 4 al 6 per mille, ampliando il perimetro delle aziende coinvolte a quelle con un fatturato minimo di 5 milioni di euro, contro i 30 di un anno fa.

“Un costo per le imprese che contribuisce solo a sostenere la burocrazia, ovvero i costi di gestione del garante – ha dichiarato Uggè – Quel contributo avrebbe decisamente più senso versarlo all’Albo degli autotrasportatori, creando un fondo per aiutare i giovani a darsi un futuro, potenziare la formazione e far crescere la cultura del rispetto dell’altro oltre che del codice della strada. Bisogna creare nuove generazioni di lavoratori anche nel settore dei trasporti, che ne ha un gran bisogno. Un dato su tutti: dal 2009 a oggi l’Italia ha perso 182mila conducenti professionali. È anche una delle conseguenze di un regime di concorrenza sleale che ci vede fortemente svantaggiati in Europa. Mentre Francia, Germania e Austria si sono dotate di leggi che impongono alle imprese straniere in transito sulle loro strade regole ferree (tra le quali il rispetto del salario minimo in vigore nel loro territorio), l’Italia non ha adottato analoghi provvedimenti legislativi. Il risultato è che negli ultimi 12 anni le imprese di trasporto dell’Europa dell’Est hanno incrementato i loro transiti in Italia del 700%, contro un crollo del 60% del traffico delle imprese italiane nel loro stesso Paese. Anche per questo abbiamo pensato di scommettere sui giovani. Crediamo nel valore della professionalità ed è importante che l’Europa ci segua in questo percorso. A tal proposito accogliamo con soddisfazione la Road Alliance, il documento di intenti che, sottoscritto da nove Paesi europei tra cui l’Italia, ha recepito le istanze di Conftrasporto sulla necessità di un regolamento unitario a livello europeo per tutto il settore. Mettiamoci insieme – ha concluso il presidente di Conftrasporto -: case costruttrici e imprese di trasporto. Quel contributo che l’Authoriry ci chiede diamolo all’Albo: servirà a creare occupazione, ad avvicinare le nuove generazioni al nostro settore. Sarà un investimento sul futuro”,

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Ansaldo Sts testa in Italia tecnologie satellitari per il traffico ferroviario

Ansaldo Sts ha presentato in Sardegna, con Rete Ferroviaria Italiana e Trenitalia, ERSAT EAV ovvero un progetto di segnalamento di ultima generazione che interfaccia e integra – per la prima volta in Europa – il sistema di gestione del traffico (ERMST) con la tecnologia di navigazione e localizzazione satellitare Galileo.

Il progetto ERSAT EAV, avviato sotto il coordinamento di Ansaldo STS e che ha come principale fine la definizione e la sperimentazione dell’evoluzione del sistema di segnalamento ERTMS attraverso la localizzazione dei convogli ferroviari basata sulla tecnologia satellitare. Le tecnologie satellitari sono studiate per controllare e gestire in sicurezza il traffico ferroviario
delle linee convenzionali secondarie, locali e regionali.

Andy Barr, Amministratore Delegato di Ansaldo STS, ha commentato: “Il mercato del segnalamento ferroviario, core business di Ansaldo STS, richiede soluzioni sempre più innovative, affidabili e competitive in termini di risparmio di costi, tempo ed energia, oltre che di sicurezza e impatto sull’ambiente. Siamo particolarmente orgogliosi di testare oggi questa tecnologia innovativa per la quale ci sono già state numerose manifestazioni di interesse da parte di gestori di infrastrutture e di operatori ferroviari in Italia e in Europa per i numerosi vantaggi di questo sistema”.

Utilizzando i risultati del precedente progetto 3InSat, finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Ansaldo STS ha contribuito a definire i requisiti per supportare l’integrazione fra satelliti e reti
di comunicazione radio pubbliche.

ERSAT EAV localizza via satellite i treni e si interfaccia con il sistema che supervisiona il traffico ferroviario (ERTMS). Questo scambio di dati e informazioni è reso possibile tramite i dispositivi installati sul treno e le radio base localizzate a terra lungo la linea ferroviaria. I punti informativi degli attuali sistemi di segnalamento – le boe lungo la linea – saranno sostituiti da
boe virtuali gestite dal ricevitore satellitare, integrato nel sistema di segnalamento ERTMS.

I vantaggi che questo progetto dovrebbe portare sono traducibili in termini di: incremento della capacità di traffico a disposizione delle imprese ferroviarie a favore di chi viaggia e riduzione delle emissioni di CO2; elevati standard di sicurezza e puntualità del traffico ferroviario; riduzione dei costi di gestione in quanto le nuove apparecchiature tecnologiche
richiederanno minori investimenti per l’installazione e la manutenzione.

Source: trasporti italia general

Costa Crociere stringe accordo con Vueling e rinnova l'intesa con Iberia

Costa Crociere ha sottoscritto un accordo strategico internazionale con Vueling e ha confermato il rinnovo del suo accordo triennale con Iberia. La collaborazione con Vueling, informa una nota, consentirà ai passeggeri Costa provenienti dalla Spagna di raggiungere, passando per l’aeroporto di Barcelona-El Prat, i principali porti di imbarco delle navi Costa in Europa.
Vueling metterà infatti a loro disposizione tutti i voli via Barcelona diretti a Copenaghen, Bari, Amsterdam, Amburgo e Stoccolma. In aggiunta proporrà anche la rotta Parigi-Copenaghen. Inoltre, l’intesa e consentirà agli ospiti Costa provenienti dagli altri paesi europei di raggiungere Barcellona, uno dei principali porti di imbarco della compagnia italiana, per iniziare la loro crociera, grazie ai collegamenti aerei da Roma, Napoli, Palermo, Amsterdam, Monaco e Bruxelles.

Per la stagione invernale 2016-2017, Vueling propone già collegamenti dalla penisola iberica e isole Canarie, con servizio navetta da El Prat al terminal crociere di Barcellona. Con questa partnership, che avrà durata triennale – dal 2017 al 2019 – Vueling metterà a disposizione dei passeggeri Costa 20.000 posti volo all’anno, per un totale di 60.000 posti nell’intero periodo.

Quanto a Iberia, è stato prolungato di un anno, sino al 2019, l’attuale accordo di collaborazione triennale (2016-2018), con un’aggiunta di 45.000 posti su voli charter per il 2019, che porterà a 175.000 l’offerta complessiva di posti disponibili. La partnership permetterà di incrementare i collegamenti tra la Spagna, l’Europa e i vari porti di imbarco delle crociere Costa nel continente. In particolare, durante l’estate i passeggeri Costa potranno usufruire di collegamenti da Madrid per Trieste, Rostock, Stoccolma, Bari, Venezia, Copenhagen e Amsterdam.

Inoltre nell’accordo sono comprese diverse rotte da e per il Sud America, i Caraibi e gli Stati Uniti. Nell’estate del 2017 i passeggeri di Costa Crociere provenienti da Argentina, Cile, Brasile e Uruguay potranno raggiungere, passando per Madrid, i porti di imbarco europei delle crociere Costa. Allo stesso modo, durante l’inverno, gli ospiti europei che prenoteranno una crociera in Sud America potranno volare con Iberia partendodal proprio paese di origine per arrivare in tutti i principali aeroporti del Sud America, come quelli di Buenos Aires, San Paolo, Rio de Janeiro.

Source: trasporti italia general

Transpotec 2017: a Verona le nuove rotte del Gruppo Onorato

Tirrenia e Moby sono presenti al Transpotec 2017, il salone dei Trasporti e della Logistica a Verona fino al 25 febbraio. La manifestazione è pensata per offrire prodotti, soluzioni e risposte concrete per tutti gli operatori del settore: gruppi armatoriali, autotrasportatori, aziende della logistica integrata, grande distribuzione, corrieri.

Le Compagnie del Gruppo Onorato, con un network di rotte per l’Italia, Corsica,Francia e Malta, e soluzioni per gli autotrasportatori presenteranno la propria offerta di prodotti, servizi e soluzioni per gli operatori del settore.

Infatti con l’avvio a novembre della nuova rotta Genova-Livorno-Catania-Malta, strategica per gli autotrasportatori e in sinergia con le rotte in Sicilia, come la Ravenna-Brindisi-Catania, la Napoli-Palermo e la Cagliari-Palermo, è sensibilmente aumentato il ventaglio di proposte sulle rotte mediterranee. Novità che hanno contribuito al positivo inizio d’anno, dove il traffico merci rotabile ha registrato in Sicilia un + 20% nel solo mese di gennaio.

I collegamenti:
– Partenze per la Sardegna (Moby-Tirrenia): Genova-Olbia; Genova-Arbatax;Livorno-Olbia; Piombino-Olbia; Civitavecchia-Cagliari; Civitavecchia-Arbatax;Civitavecchia-Olbia; Genova-Porto Torres; Napoli-Cagliari; Palermo-Cagliari;Bonifacio-Santa Teresa di Gallura.
– Partenze per la Sicilia (Tirrenia): Cagliari-Palermo; Napoli-Palermo.
– Partenze per la Corsica (Moby): Livorno-Bastia; Genova-Bastia; Nizza-Bastia;Santa Teresa di Gallura-Bonifacio.
– Partenze per l’Isola d’Elba e Arcipelago Toscano (Moby-Toremar):Piombino-Portoferraio; Piombino-Cavo; Piombino-Rio Marina; Livorno-Capraia;Livorno-Gorgona; Gorgona-Capraia; Piombino-Pianosa; Rio Marina-Pianosa; Porto S.Stefano-Giglio; Porto S.Stefano-Giannutri; Cavo-Portoferraio.
– Collegamenti con le Isole Tremiti (Tirrenia): Termoli-Tremiti.
– Collegamenti solo merci (Tirrenia) Ravenna-Brindisi-Catania; Cagliari-Livorno;Genova-Cagliari; Genova-Livorno-Catania-Malta.

Source: trasporti italia general

Pedaggi, Confartigianato: garanzia su direttiva 2017 anche per veicoli euro 3

E’ arrivata la risposta di Confartigianato in merito all’incontro tenutosi al Ministero dei Trasporti con all’ordine del giorno la riparametrazione delle percentuali di rimborso sui pedaggi autostradali.

Al tavolo hanno partecipato tutte le federazioni aderenti all’Unatras – si legge in una nota – “in rappresentanza della quasi totalità delle imprese di autotrasporto italiane (compresi gli artigiani), si è sostenuta la necessità di garantire i rimborsi previsti per i veicoli euro 3 nella misura attuale e contrastato la proposta dell’amministrazione di ridurre il rimborso tout court.

Dispiace assistere a ricostruzioni parziali, se non addirittura false su vicende che interessano la vita delle imprese di autotrasporto, utilizzate per influenzare le scelte dell’amministrazione. – prosegue la nota – Pur comprendendo che non sarà possibile riconoscere anche per quest’anno il 9%, che è risultato più alto rispetto al 6,5% fissato nel 2015, si è ritenuta inaccettabile la proposta ministeriale del 6% per il 2017.

Il presidente di Confartigianato Trasporti Amedeo Genedani (nonchè presidente del Coordinamento dell’Autotrasporto Unatras) ha dichiarato: “Nonostante la posizione opposta dai rappresentanti di quelle imprese che per dimensione hanno avuto le possibilità economiche di cambiare rapidamente i veicoli, tutte le federazioni di Unatras all’unanimitá – afferma il Presidente Amedeo Genedani – hanno chiesto al Mit coerenza con il percorso intrapreso con l’incentivazione del parco veicolare meno inquinante verso una maggiore sostenibilità ambientale, sostenendo allo stesso tempo che tali cambiamenti non possono avvenire da un giorno all’altro, soprattuto nelle attuali condizioni di mercato che la stragrande maggioranza degli autotrasportatori deve affrontare”.

“Abbiamo pertanto ribadito l’esigenza di non guardare solo all’obiettivo finale che tutti intendiamo perseguire, ma alla realtà dei fatti e di mercato. È pertanto fondamentale lavorare con oggettiva razionalità – continua Genedani – per creare le condizioni affinché le imprese di autotrasporto, che condividono pienamente l’obiettivo del rispetto dell’ambiente, siano accompagnate gradualmente nel tempo verso il processo di modernizzazione, anche perché le aziende artigiane e PMI sono quelle che pagano le tasse e assumono dipendenti italiani”.

Tale posizione è tra l’altro rafforzata dai dati resi pubblici dalle case costruttrici sul parco circolante in Italia che vede ancora la presenza massiccia di Euro 3 nelle flotte delle aziende italiane. – conclude la nota – Le stesse, dopo aver fatto enormi sacrifici per l’eliminazione dei rimborsi accise sui veicoli euro 0, 1 ed euro 2, insieme alle sfide che devono affrontare quotidianamente, sono alla prese con la trasformazione graduale del loro parco veicolare. I recenti dati statistici registrano, nell’anno 2016, una crescita tendenziale delle nuove immatricolazioni ed in particolare per gli autocarri e i trattori stradali di circa 24 mila unità . Ciò significa che il processo di rinnovo deve assolutamente essere sostenuto ma che esso non può realizzarsi in tempo breve. Infatti, il parco circolante dei veicoli euro 3 è di circa 105 mila mezzi mentre quello euro V è di 25.704 unità, per cui penalizzare gli euro 3 significa ridistribuire le risorse in maniera non equilibrata, discriminatoria e penalizzante soprattutto per le piccole e medie imprese dell’autotrasporto merci conto terzi.

Source: trasporti italia

Milano: intesa Assoelettrica e Utilitalia per sviluppare il settore dell'energia elettrica

Sviluppare il settore dell’energia elettrica a livello nazionale e internazionale con attenzione alle infrastrutture e alle reti, valorizzare il patrimonio informativo, condivisione di determinati argomenti, innovazione e politiche del lavoro. A questo punta il protocollo d’intesa firmato questa mattina a Milano da Assoelettrica e Utilitalia a margine della dell’evento di presentazione della Top Utility Analysis, lo studio annuale che analizza le 100 maggiori imprese di servizi di pubblica utility dei settori acqua, energia, rifiuti.

A firmare il documento, che ha una durata di due anni e che prevede l’istituzione di un Comitato di indirizzo, composto fino a 6 membri designati da ciascuna associazione, il presidente di Utilitalia Giovanni Valotti e il presidente di Assoelettrica Simone Mori, che avviano con questa firma il lavoro congiunto sulle sfide che il settore elettrico ha di fronte. Integrazione dei mercati energetici Ue, sviluppo del mercato elettrico retail, elettrificazione dei consumi, efficienza energetica, innovazione e sviluppo delle infrastrutture e delle reti sono soltanto alcuni dei temi che vedranno impegnate le associazioni.

Negli ultimi dieci anni, il settore elettrico italiano ha registrato un progressivo aumento della generazione rinnovabile, una contrazione dei consumi. Il World Energy Outlook 2015 dell’Agenzia Internazionale dell’Energia considera lo sviluppo del vettore elettrico un elemento essenziale del processo di decarbonizzazione (in particolare nel settore dei trasporti e degli usi domestico). Il pacchetto Clean Energy incrementa al 27%, la quota di energia da fonti rinnovabili da raggiungere entro 2030.

In Italia, per il solo periodo 2016-2020, il GSE stima un aumento degli investimenti in generazione eolica e fotovoltaica pari a, rispettivamente, 29% e 38%. Di fronte a questi cambiamenti le due associazioni punteranno ad obiettivi nel medio e lungo termine, come ad esempio la semplificazione degli iter autorizzativi per il ricorso a tecnologie efficienti per gli usi domestici, richiederanno stabilità nel disegno e nell’impiego di schemi incentivanti per le tecnologie efficienti per gli usi domestici e per la mobilità elettrica, promuoveranno insieme alle aziende loro associate attività di ricerca e sviluppo sulle energie rinnovabili, sulle forme di riscaldamento domestico, sull’efficienza della rete infrastrutturale e sulla riduzione degli impatti climatici ed ambientali.

Source: trasporti italia general

Logistica: Ups consegna a domicilio con un drone

Ups ha testato un drone lanciandolo dalla sommità di un furgone per effettuare autonomamente la consegna di un pacco presso un’abitazione ed è tornato al veicolo, mentre il corriere proseguiva lungo il percorso per eseguire un’altra consegna. Il test è stato effettuato lo scorso lunedì a Tampa, in Florida (Stati Uniti) in collaborazione con Workhorse Group, sviluppatore di droni e camion elettrici a batteria con sede in Ohio. Workhorse ha costruito il drone e il furgone elettrico UPS utilizzato per il test.

“Questo test si differenzia da tutto ciò che finora abbiamo fatto con i droni. Comporta implicazioni per le future consegne, in particolare in località rurali dove spesso i nostri furgoni devono percorrere chilometri per effettuare una singola consegna”, ha affermato Mark Wallace, senior vice president of global engineering and sustainability di UPS. “Immaginate un percorso di consegna triangolare con fermate che si trovano a chilometri di distanza dalla strada. L’invio di un drone da un furgone per effettuare anche solo una di queste consegne può tradursi in una riduzione di costosi chilometri percorsi. Si tratta di un grande passo nella direzione del rafforzamento dell’efficienza del nostro network e della riduzione delle emissioni“.

Grazie a Orion, il software di Ups di ottimizzazione e navigazione integrate su strada in uso negli Stati Uniti, la riduzione di anche un solo chilometro per driver al giorno, nel corso di un anno, può comportare per UPS un risparmio fino a 50 milioni di dollari. Ogni giorno per UPS viaggiano circa 102.000 corrieri. Le consegne rurali sono le più onerose da espletare, a causa dei costi in termini di tempo e di veicolo necessari per completare ciascuna consegna. In questo test, il drone ha effettuato una consegna mentre l’autista continuava a percorrere la strada per eseguirne un’altra. Per Ups, questo rappresenta un possibile ruolo da affidare ai droni in futuro.

“I driver sono il volto della nostra azienda e questo non cambierà – ha affermato Wallace -. Ciò che ci interessa è il potenziale aiuto che i droni possono dare agli autisti in vari punti dei loro percorsi, consentendo loro di risparmiare tempo e di soddisfare le crescenti esigenze di servizio al cliente risultanti dalla crescita dell’e-commerce.”

Il drone adoperato per il test di lunedì era il Workhorse HorseFly(tm) UAV Delivery System. Si tratta di un drone di consegna ottacottero, a elevata efficienza, completamente integrato nella linea Workhorse di veicoli da consegna elettrici/ibridi. Il drone si aggancia al tetto dell’autocarro. Una gabbia sospesa sotto il drone si estende mediante un portello all’interno del veicolo. Il driver Ups all’interno carica un pacco nella gabbia e, premendo un pulsante su un touch-screen, invia il drone all’indirizzo lungo un percorso autonomo prestabilito. Il drone HorseFly a batteria si ricarica quando è agganciato. Ha un autonomia di volo di 30 minuti e può trasportare un pacco che pesa fino a 4,5 kg. A differenza di tutti i test precedenti, il test del drone UPS più recente dimostra che i droni potrebbero aiutare a effettuare consegne a domicilio non urgenti, integrandosi nelle operazioni quotidiane.

Lo scorso anno, la Federal Aviation Administration (FAA) statunitense ha emanato disposizioni sui piccoli sistemi aerei senza pilota che permettono utilizzi commerciali di droni e ha aperto la strada a estese applicazioni future. UPS rappresenta uno dei 35 soggetti interessati selezionati da un campione trasversale di stakeholder chiave per far parte del comitato consultivo in materia di droni della FAA. Il comitato fornirà alla FAA consigli su questioni chiave relative all’integrazione dei droni che, in definitiva, consentiranno il funzionamento protetto e sicuro dei droni all’interno del National Air Space System degli USA.

Source: trasporti italia general

Mediterraneo: Roma, convegno Blue Vision per sviluppare la Blue Economy

La sicurezza nel Mediterraneo vive una fase di crisi permanente con cui devono fare i conti anche le compagnie da crociera. È questo l’orientamento emerso dalla tesi di Vittorio Emanuele Parsi, direttore dell’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali, intervenuto oggi al primo summit sulla Blue Economy Med, svoltosi a Roma presso la sede di Unioncamere.
A far paura è la possibile alleanza fra trafficanti di essere umani e Jihadisti, attività che potrebbe nuocere, in particolare, al turismo crocieristico. Ma, nonostante tutti i rischi che condizionano la situazione geopolitica, le acque del Mediterraneo sono paradossalmente più sicure di quanto fossero in passato, grazie alla presenza massiccia di mezzi della Marina Militare Italiana e di alleati.

Il summit di Roma organizzato da Blue Vision, società spezzina presieduta da Giorgia Bucchioni, e sostenuto da Unioncamere (presente con il suo presidente Ivan Lo Bello), da Legambiente (rappresentata dal presidente Rossella Muroni) e Federagenti (con il presidente Gian Enzo Duci) aveva l’obiettivo di accendere i riflettori sulle opportunità, le potenzialità, i ritardi, ma anche le disattenzioni italiane a un settore, quello della Blue Economy, in grado di attivare importanti investimenti e generare occupazione. Riflettori che, alla presenza di rappresentanti del Mise, parlamentari, e rappresentanti delle Regioni e dei porti, si sono accesi sul tema della sicurezza e dei rischi che riguardano l’intero settore del turismo sul mare, ma anche la portualità turistica eco-compatibile e i traffici marittimi in Mediterraneo.

Il Mediterraneo rappresenta l’1% di tutte le acque del mondo, ma “ospita” il 20% dei traffici marittimi del mondo. Un mare delicato dal punto di vista ambientale, nel quale oltre ai cambiamenti di scenario geopolitico, caratterizzato dalla presenza crescente della Russia, registra anche una vera e propria invasione di interessi cinesi. La sfida, ha sottolineato Rossella Muroni, presidente di Legambiente, non è nella contrapposizione fra interessi economici e interessi ambientali bensì nella crescita congiunta ed equilibrata. Di qui l’assenso di Legambiente alla proposta di Giorgia Bucchioni per la creazione di una cabina di regia che consenta di sfruttare la Blue economy come risorsa attiva del Paese.

Nel corso del summit sono state anche evidenziate alcune esperienze di punta della Blue Economy in Italia, quale il porto turistico di Marina d’Arechi (presieduto da Agostino Gallozzi) progettato e costruito con un’ attenzione nei dettagli e nell’uso dei materiali alla compatibilità ambientale. Sono 5,4 milioni gli europei che operano nella Blue Economy: 185.000 le imprese italiane e 835.000 gli occupati. Mentre la crescita dell’interscambio italiano con i paesi a rischio del Med dal 2001 al 2015 è stata del 65,5%.

Source: trasporti italia general

Toscana: 325 nuove colonnine di ricarica per i veicoli elettrici

Un nuovo progetto per diffondere l’utilizzo dell’auto elettrica. E’ questo l’obiettivo di Eve, Electric Vehicle Energy, il progetto realizzato da Enegan, trader di luce e gas a livello nazionale, il Polo Tecnologico di Navacchio (Pisa), realtà composta da 60 imprese hi-tech, e Dielectrik, che lavora alla progettazione e alla produzione di prototipi di generi elettronici e informatici.

Grazie a Eve, Enegan installerà 325 colonnine di ricarica per veicoli elettrici in tutta la Toscana e insedierà la sua nuova industria produttiva nel polo industriale di Pontedera (Pisa) che sarà strutturata con nuovo personale tecnico e ingegneristico per garantire il valore tecnologico dei vari prodotti esistenti e per la realizzazione di nuove tecnologie da immettere sul mercato internazionale.

“Questo progetto dimostra il nuovo modo di interpretare il nostro ruolo – ha spiegato Andrea Di Benedetto, presidente del Polo Tecnologico di Navacchio -, non solo supporto alle nuove startup e parco tecnologico, ma soprattutto piattaforma per l’intermediazione dell’innovazione perché ci sono innovazioni e opportunità incredibili all’incrocio tra il mondo digitale e le imprese del territorio e noi lo vogliamo presidiare per permettere ai nostri piccoli campioni tecnologici e alle imprese intorno a noi di avere importanti vantaggi competitivi”.

Source: trasporti italia general

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