Uno scenario in profondo mutamento per l’automotive a livello globale. Mentre il baricentro di produzione e consumi si sposta sempre più verso Est e con l’incognita dei dazi USA a pesare sugli scenari di breve termine, una vera e propria rivoluzione tecnologica sta investendo i diversi ambiti di quest’industria, con impatti non solo sui produttori e sulle grandi case automobilistiche, ma anche sui fornitori e tutta la filiera, alle prese con piani di investimenti sfidanti, processi di aggregazione, fusioni e acquisizioni che stanno cambiando il volto dell’intero comparto.
È in questo contesto di grande complessità che nasce Bilancio a 4Ruote, il primo studio sul settore dell’automotive e la sua filiera italiana – una galassia di circa 5.700 imprese, molte delle quali PMI, che da sola contribuisce al 5,6% del PIL nazionale, dando occupazione al 7% degli addetti di tutta l’industria manifatturiera – realizzato da Cassa depositi e prestiti, SACE SIMEST e ANFIA, in collaborazione con AlixPartners.
Al centro dello studio, presentato oggi in Borsa italiana, un approfondimento sui principali driver di cambiamento del settore, un’analisi comparata dei bilanci dei 50 Top Players della filiera italiana e una panoramica delle soluzioni assicurative e finanziarie del Gruppo CDP per sostenerne i piani di crescita -organica e per acquisizoni – e gli investimenti e restare al passo con il mercato.
“L’automotive rappresenta una parte rilevante del patrimonio industriale del Paese, con importanti riflessi sull’economia nazionale anche in termini di indotto – afferma Fabrizio Palermo, Amministratore Delegato di Cassa depositi e prestiti – Con il nuovo Piano Industriale Cassa depositi e prestiti si rivolge per la prima volta a tutte le imprese, dalle grandi alle piccole, e grazie ad un’offerta integrata e capillare di prodotti sarà in grado di offrire un supporto concreto anche alle numerose PMI che fanno parte, in modo sia diretto che indiretto, della filiera di produzione degli autoveicoli”.
“È un settore chiave che da sempre si contraddistingue per un’elevata propensione all’innovazione e alla proiezione verso i mercati esteri – ha dichiarato l’Amministratore Delegato di SACE, Alessandro Decio – per questo abbiamo promosso questo evento e questo studio, con i nostri prodotti dedicati all’export e all’internazionalizzazione come parte integrante dell’offerta di Gruppo, ci proponiamo di essere proattivamente al fianco dei players italiani di un settore che sta affrontando un momento di grande cambiamento tecnologico e in cui gran parte della crescita viena da aree geografiche, Asia innanzitutto, diverse dal passato. E lo facciamo mettendo a disposizione strumenti e risorse per consolidarne e accrescerne il posizionamento competitivo e le quote di mercato a livello globale”.
“Irrobustire il collegamento del sistema imprenditoriale con il sistema finanziario italiano, a partire dalle strutture partecipate come Cassa depositi e prestiti e SACE SIMEST, che aiutano le imprese a crescere, a internazionalizzarsi e ad avere una maggiore solidità patrimoniale, è un driver chiave per l’evoluzione della nostra filiera – ha affermato il Presidente di ANFIA Paolo Scudieri. Questo vale soprattutto per le piccole e medie aziende, numerose in Italia. In un momento così cruciale per il futuro dell’industria, come ANFIA stiamo lavorando, con la filiera allargata dell’automotive, ad un piano strategico per il settore e alla definizione di una roadmap di politiche industriali adeguate, concertate con il Governo, anche per stare al passo con quanto già attuato da altri Paesi europei nostri competitor”.
“L’Italia e l’Europa continuano a rappresentare un’eccellenza nel mondo globale dell’auto, dei componenti e dei servizi collegati – ha commentato Dario Duse, Managing Director di AlixPartners -. Quelle che all’inizio erano viste come sfide annunciate, prima tra tutte il C.A.S.E. (connettività, guida (sempre più) autonomia, condivisione e soprattutto elettrificazione), stanno diventando sempre più realtà. L’industria e la filiera, dopo alcuni anni positivi, hanno la necessità di gestire i cambiamenti importanti attraverso una maggiore apertura a tecnologie, industrie e logiche d’investimento che non appartenevano all’industria di alcuni anni fa. Per vincere le competizioni future serve la capacità di innovare, di “contaminarsi” positivamente per sviluppare e integrare nuovi modelli di business e tecnologie in un contesto dove aspetti economici, politici e – soprattutto per l’Europa – regolamentari sulle emissioni rappresentano sfide importanti”.
Il comparto dell’automotive è un settore chiave dell’industria italiana: e lo è sia per rilevanza che per struttura. Con 93 miliardi di euro di fatturato, da solo equivale al 5,6% del Pil italiano e dà occupazione a ben 250mila addetti, pari al 7% dell’intero settore manifatturiero; a sua volta genera un indotto considerevole per l’economia italiana (con effetto moltiplicatore pari a 3,2). È inoltre caratterizzato da elevata frammentazione, essendo composto da una vera e propria galassia di 5.700 imprese, molte delle quali PMI. Questa caratteristica è particolarmente evidente nei comparti della componentistica e dell’Engineering’Design (dove il 45% delle aziende che compongono la filiera impiegano meno di 9 addetti) e si accompagna inoltre a un’elevata concentrazione (con il 75% del fatturato complessivo generato dall’8% delle imprese del comparto).
Rivoluzione tecnologica, M’A, spostamento verso Est e incognita dazi sono le più rilevanti sfide identificate dal Bilancio a 4Ruote per il comparto automotive. Di seguito alcune evidenze a supporto. Rivoluzione tecnologica. In ambito tecnologico le direttrici che stanno ridefinendo il settore sono svariate – connessione, guida autonoma, car sharing ed elettrificazione – e richiedono forti investimenti e competenze. Nella sola mobilità elettrica sono previsti investimenti per 255 miliardi di euro entro il 2023 a livello globale. Di questi, 184 miliardi riguarderanno i fornitori (OEM) e 25-40 miliardi la loro filiera, di cui 3,5 miliardi per la filiera italiana.
In un contesto in cui l’avanzamento tecnologico è centrale, anche i processi di aggregazione, fusione e acquisizione stanno accelerando: da un lato, le aziende ad alto contenuto tecnologico, in particolare le PMI e le start-up, diventano più attrattive. Dall’altro lato, le aziende più tradizionali perseguono sempre più vie come joint venture, acquisizioni di start-up, finanziamento di progetti di trasformazione e sviluppo industriale, consolidamento con altri operatori industriali per acquisire e massimizzare il proprio mix di competenze, in alcuni casi in settori finora “lontani”.
Mentre il quartier generale della componentistica resta saldamente ancorato in Europa, Giappone e Nord America, il mondo della produzione auto si sta spostando sempre più verso Est.
Nell’immediato, le politiche commerciali rappresentano ancora una delle maggiori fonti di incertezza per il settore.
L’introduzione dei dazi sul settore paventata dagli USA, potrebbe generare impatti in termini di minore fatturato e minori investimenti comportando un’erosione del Pil italiano di circa 0,2 punti percentuali entro il 2020.
In questo quadro decisamente sfidante, entra oggi in gioco un ampio e rinnovato ventaglio di strumenti messi a disposizione del Sistema Paese, con una importante novità: con l’ultima legge di bilancio, il raggio di azione di CDP si estende alle iniziative, sia in Italia che all’estero, finalizzate alla crescita dimensionale delle imprese anche in forma aggregata; inoltre sia CDP che SACE SIMEST si sono dotate di team di esperti specificamente dedicati a servire questo settore.
Source: trasporti italia