Porto di Ancona: record container nel 2019, + 10%

Record di merci in container al porto di Ancona nel 2019: da 1.135.549 a 1.253.197 tonnellate (+10%). Il dato è emerso durante la presentazione ad Ancona del rapporto statistico dell’Autorità di sistema portuale del Mare adriatico centrale (Marche e Abruzzo).

In totale nei porti di competenza dell’Authority (Ancona, Falconara Marittima, Pesaro, San Benedetto del Tronto, Pescara e Ortona) sono transitate merci per 11,8 milioni di tonnellate (stabile) mentre sono aumentati i passeggeri da 1.163.814 a 1.202.973. Sono 1.189.441 quelli sbarcati ad Ancona (772.540 dalla Grecia); i crocieristi sfondano quota 100mila (dai 67.031 del 2018 a 100.109 dello scorso anno; +49%).

Dallo scalo crescono le esportazioni di merci (+13%) e l’import (+7%). Per il traffico contenitori, Ancona raggiunge il terzo proprio miglior risultato assoluto (176.193; +11%) nonostante la diminuzione del numero di toccate (-23%): meno navi ma sempre più grandi. Complessivamente, invece, nel porto del capoluogo marchigiano le merci transitate lo scorso anno sono calate del 4% in particolare a causa della diminuzione di quelle ‘liquide’ per l’indisponibilità di un pontile utilizzato dalla Raffineria Api di Falconara Marittima per l’imbarco di prodotti petroliferi. Un dato, ha riferito il presidente Rodolfo Giampieri, in ripresa da inizio anno.
“Sono numeri importanti, ha rimarcato, “che definiscono i porti come infrastrutture al servizio dell’economia” nella “sostenibilità“.

In particolare “Ancona, in un periodo di crisi, ha la fortuna di avere uno scalo internazionale che contribuisce a creare ricchezza”. Opportunità che arrivano, ha chiosato, grazie agli imprenditori “principali artefici della crescita”, al “fantastico equilibrio tra istituzioni” e alla capacità delle strutture e dell’Authority di dare risposte sempre più puntuali e professionali in una situazione nuova, con cinque porti. Alla presentazione sono intervenuti il direttore marittimo delle Marche e comandante del porto di Ancona, contrammiraglio Enrico Moretti, l’assessore comunale Ida Simonella e il segretario generale dell’Adsp Matteo Paroli. Nel 2019 la direzione marittima, nei porti interessati, ha eseguito 3.639 controlli in ambito portuale per la sicurezza della navigazione (1.460 ad Ancona) e 78 verifiche (una sanzione) sul tenore di zolfo nel combustibile per uso marittimo dei natanti.

Source: trasporti italia general

Milleproroghe: trasporto ferroviario, con il pacchetto cargo un risparmio per lo Stato di 60 mln/anno

Un risparmio di 60 milioni l’anno per le casse pubbliche con un effetto leva sulla crescita: questo il risultato del ‘pacchetto’ di proposte di modifica al decreto milleproroghe sul trasporto ferroviario cargo presentate dalla maggioranza.

“Solo le misure aggiuntive a compensazione del gap infrastrutturale previste negli emendamenti di maggioranza – spiega Guido Gazzola, past president di Assoferr, l’associazione Operatori Ferroviari e Intermodali, e membro della Commissione Trasporto Ferroviario di Confetra – possono generare risparmi stabili per lo Stato per almeno 50 milioni l’anno in termini di costi esterni dei trasporti convenzionali (cioè merci caricate direttamente sui carri ferroviari). Inoltre per alcuni porti come quello di Genova, che paga treni più corti rispetto al corridoio Reno Alpi, le misure possono portare a un ulteriore switch modale con un risparmio per lo Stato di almeno 10 milioni l’anno”.

Le norme proposte dalla maggioranza sul trasporto merci ferroviario vanno, secondo Gazzola, nella giusta direzione e potrebbero, se approvate, dare un nuovo impulso ad un’attività che, legata all’export, potrebbe dare un buon impulso alla ripresa economica. “Le misure per il traffico diffuso, piazzole di sosta per merci pericolose, formazione del personale, e non ultimi, rifinanziamento del ferrobonus e sconto pedaggio sono una buona notizia per il nostro settore”, afferma Gazzola riferendosi al pacchetto di misure presentate via emendamento al decreto Milleproroghe dai deputati Andrea Romano, Davide Gariglio, Franco Vazio (Pd).

Se queste proposte venissero approvate, secondo Assoferr, l’impatto positivo sarebbe: almeno 7 milioni di tonnellate l’anno di prodotto in più trasferibile su ferro, minimo 10 milioni/km di merci spostati da strada a ferro e 120.000 carri/anno movimentati in più sulla ferrovia. Tutte misure che consentirebbero appunto di azzerare progressivamente la contribuzione dello Stato.

“Per questo la volontà di continuare a sostenere la Cura del Ferro – rimarca Gazzola – è un segnale molto importante per il settore, ci auguriamo che adesso queste proposte vengano approvate dal Parlamento.” Gazzola auspica quindi che “si apra una stagione di costante e maggiore attenzione delle Istituzioni rispetto al trasporto e movimentazione merci nel suo insieme“.

Source: trasporti italia general

Reggio Calabria: 23mln di euro per tre nuove stazioni ferroviarie

Tre nuove stazioni ferroviarie lungo la tratta jonica. Lo prevede una convenzione fra Governo, Comune ed Rfi che porterà alla realizzazione, attraverso il finanziamento di 23 milioni di euro.

Nella sede dell’Atam il sindaco Giuseppe Falcomatà, il sottosegretario alle Infrastrutture ed ai Trasporti, Salvatore Margiotta, ed il Direttore territoriale produzione Rfi Calabria, Sergio Stassi, insieme all’assessore comunale ai Trasporti, Giuseppe Marino, hanno di fatto sancito la nascita degli scali di San Leo, Bocale II e Sant’Elia di Lazzaro, ovvero un tassello determinante per il rilancio della metropolitana leggera destinata ad implementare le possibilità di movimento per i cittadini.

“Questi fondi – ha sottolineato il sindaco Falcomatà, concentrandosi su un dato strettamente politico – erano stati inseriti e previsti nei Governi del centrosinistra, quando al Ministero dei Trasporti sedeva Graziano Delrio. Si rischiava, però, di perderli per un cavillo burocratico che la caparbietà dell’assessore Giuseppe Marino, facilitato dalla grande disponibilità di questo Governo, è riuscito a superare. Prima, infatti, rinvii su rinvii rischiavano di far saltare un progetto di sviluppo fondamentale per l’intero territorio. Adesso, invece, si è arrivati ad un punto che ci consente di realizzare tre nuove stazioni, un servizio prezioso per i cittadini, un’opportunità di scelta per chi, muovendosi da e peri il capoluogo, può avvalersi, insieme agli altri strumenti di mobilità, anche dell’utilizzo della ferrovia”.

Source: trasporti italia general

Limitazioni A14: il prefetto di Teramo chiede un tavolo nazionale per il traffico sulla statale 16

Un tavolo di coordinamento nazionale sulla situazione della viabilità lungo la strada statale 16. Dopo la chiusura ai mezzi pesanti del viadotto Cerrano dell’autostrada A14, l’importante arteria è stata invasa dai tir creando problemi nei comuni della costa teramana.

Lo ha chiesto il prefetto Graziella Patrizi nel corso della riunione in Prefettura con i sindaci dei comuni interessati, il presidente della Provincia Diego Di Bonaventura, le forze dell’ordine, rappresentanti della società Autostrade e un rappresentante degli autotrasportatori.

La decisione è stata assunta anche alla luce delle notizie sul rigetto, da parte del gip di Avellino, delle ultime richieste di dissequestro presentate dalla società Autostrade.

“La situazione è sempre più preoccupante – commenta il sindaco di Pineto Robert Verrocchio -. Oggi nel tavolo in provincia abbiamo ragionato su varie ipotesi per limitare il passaggio dei mezzi pesanti sulla statale 16 e deviare il traffico su altre strade. Ma si tratta di una questione nazionale e per questo il prefetto si è impegnato a chiedere un tavolo di coordinamento a livello nazionale”.

Intanto i sindaci, in un tavolo parallelo che si è svolto questa mattina e alla quale ha partecipato anche il presidente della Provincia, hanno parlato di eventuali ordinanze per vietare il passaggio dei tir sui loro territori. “Siamo coscienti che potrebbero esserci ulteriori disagi – spiega Verrocchio – ma noi abbiamo da un lato il problema immediato di garantire l’incolumità pubblica a fronte dell’aumento esponenziale del traffico pesante sulle nostre strade e dall’altro quello di affrontare un’emergenza che potrebbe peggiorare”. La paura è che il perdurare della situazione, con l’approssimarsi della Pasqua, possa creare danni anche in termini turistici.

Source: trasporti italia

Ambiente: ecco cosa diventeranno gli scali ferroviari di Milano

Gli scenari futuri del progetto di rigenerazione urbana dei sette ex scali ferroviari di Milano e i risultati a tre anni dal workshop, sono stati presentati allo scalo Porta Romana nel corso dell’incontro pubblico “Dagli scali la nuova città. Tre anni dopo”.

Gli ex scali ferroviari occupano una superficie libera di circa 1milione di metri quadrati, il 65% dei quali saranno destinati ad aree verdi. Si tratta del più grande piano di rigenerazione urbana che riguarderà Milano nei prossimi 10 anni, uno dei più grandi progetti di ricucitura e riqualificazione cittadina in Italia e in Europa.

Patrocinato da Regione Lombardia e organizzato da FS Sistemi Urbani (Gruppo FS Italiane) in collaborazione con il Comune di Milano, il progetto per la riqualificazione dei sette ex scali ferroviari dismessi (Farini, San Cristoforo, Porta Romana, Greco-Breda, Lambrate, Rogoredo, Porta Genova) è iniziato con l’Accordo di programma firmato nel 2017 da Comune di Milano, Regione Lombardia, FS Italiane, con Rete Ferroviaria Italiana e FS Sistemi Urbani, e Savills Investment Management Sgr.

A ottobre 2018 è stato lanciato il “Concorso Farini”, selezione internazionale per la redazione del masterplan di trasformazione e rigenerazione urbana degli ex scali ferroviari Farini e San Cristoforo. Il progetto vincitore del concorso s’intitola “Agenti climatici” del team OMA e Laboratorio Permanente. Verde e sostenibilità ambientale rappresentano il cuore del progetto vincitore. Nell’ex scalo Farini nascerà un parco unitario e lineare di oltre 25 ettari. La superficie di 14 ettari dello scalo San Cristoforo sarà totalmente destinata a parco pubblico. In base all’Accordo di programma, allo scalo Farini si calcola arriveranno 1.000 appartamenti di edilizia residenziale sociale, che diventeranno 1.500 con l’edilizia convenzionata ordinaria.

Sono in corso di redazione le linee guida per il masterplan e per il bando di gara con l’obiettivo di arrivare alla vendita dell’area entro il primo semestre di quest’anno. Lo scalo Porta Romana ospiterà il villaggio olimpico di Milano-Cortina 2026: lo sviluppo dell’area, in vista delle Olimpiadi invernali, comprenderà le opere di urbanizzazione e infrastrutturazione, nonché di trasformazione di aree a verde pubblico. Finiti i Giochi, le residenze degli atleti saranno riconvertite in alloggi di housing sociale e per studenti universitari.
Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane) sta sviluppando il progetto della nuova stazione di Porta Romana, in asse con l’attuale, prevedendo un integrato sistema di accessibilità ciclopedonale con la stazione metropolitana di piazzale Lodi (linea M3). È inoltre allo studio lo spostamento dei binari e un loro parziale interramento. Questa soluzione permetterà di ottenere la connessione pedonale e di verde, e di ricucire la linea ferroviaria fra la parte Nord e Sud dello scalo attraverso la costruzione di un land bridge.

Un vero e proprio nuovo quartiere di housing sociale a Milano, il primo in Italia a zero emissioni, con case prevalentemente in affitto e con molto verde, che si svilupperà sulla superficie dell’ex scalo (circa 73.500 metri quadrati). Di questi, al netto delle aree previste per l’esercizio ferroviario (circa 11mila metri quadrati), il 72% (circa 45mila metri quadrati) saranno destinati a verde, spazi, percorsi pedonali e attrezzati a uso pubblico, ben più della quota del 60% fissata dall’Accordo di programma per la riqualificazione dello scalo ferroviario. In totale si prevede che il nuovo quartiere ospiterà 400 nuovi alloggi di housing sociale (60% in locazione e 40% in vendita convenzionata agevolata) e circa 300 posti letto per studenti, per un totale di circa 1.500 nuovi residenti, prevalentemente di età compresa fra i 24 e i 44 anni. Per la riqualificazione dell’ex scalo Greco-Breda è stato immaginato un percorso particolare attraverso la partecipazione a “Reinventing Cities“, il bando internazionale promosso da C40 che prevede l’alienazione di siti dismessi da destinare a progetti di rigenerazione ambientale e urbana, nel rispetto dei principi di sostenibilità e resilienza. Sono state presentate diverse manifestazioni d’interesse, tre delle quali selezionate dalla Commissione giudicatrice per la seconda fase del concorso conclusasi con la presentazione delle proposte e l’aggiudicazione dell’area nel maggio 2019. Il progetto vincitore s’intitola “L’Innesto”, presentato dal team guidato da Fondo Immobiliare Lombardia (FIL) e gestito da Investire Sgr con Fondazione Housing Sociale (FHS) come partner strategico, Barreca ‘ La Varra per il progetto architettonico e del paesaggio e Arup Italia per il progetto urbanistico e ambientale.

Come per lo scalo Greco-Breda, lo scalo Lambrate rappresenta una delle sette aree con cui Milano partecipa alla seconda edizione del bando internazionale “Reinventing Cities“. L’iniziativa è stata illustrata da FS Sistemi Urbani e Comune di Milano lo scorso dicembre e si concluderà nei primi mesi del 2021.

Per lo sviluppo dello scalo Rogoredo è stato lanciato un concorso di idee “AAA architetticercasi” promosso da Confcooperative Habitat. L’iniziativa è stata presentata a ottobre 2019 alla Fondazione Feltrinelli da FS Sistemi Urbani con il patrocinio, fra gli altri, di Regione Lombardia e Comune di Milano.

Anche per lo scalo Porta Genova si svilupperanno procedure concorsuali per la stesura del masterplan e procedure partecipative per raccogliere le istanze della cittadinanza, come previsto dall’Accordo di programma.

Per la realizzazione della Circle line l’Accordo di programma Scali prevede 97 milioni di euro di investimenti. È in fase di gara l’aggiudicazione dei lavori per la realizzazione della nuova stazione di Tibaldi, con l’obiettivo di avviarli nell’aprile 2020. Il Collegio di vigilanza ha approvato la realizzazione di una fermata ferroviaria aggiuntiva a quella già prevista dall’Accordo di programma (fermata Stephenson) in corrispondenza della passerella di collegamento delle aree ex Expo (ora MIND – Milano Innovation District) e Cascina Merlata. È in corso la progettazione per la nuova stazione di Porta Romana.

Source: trasporti italia general

MSC Crociere espande la flotta con due nuove navi alimentate a Gnl

MSC Crociere e Chantiers de l’Atlantique siglano i contratti per la costruzione della terza e della quarta nave World Class alimentate a GNL.
La partnership è stata rafforzata con altri due progetti per la costruzione di nuove navi che si concentreranno sullo sviluppo e sull’utilizzo di tecnologie ambientali di ultima generazione. I tre accordi rappresentano un investimento superiore a 6,5 miliardi di euro.

La consegna delle navi è prevista rispettivamente 2025 e nel 2027. La prima delle altre due navi Wolrd Class – MSC Europa – è invece già in costruzione a Saint-Nazaire ed entrerà in servizio nel 2022. Con 205.000 tonnellate di stazza lorda, diventerà la nave più grande appartenente ad una compagnia di crociera europea e la prima nave da crociera alimentata a GNL (Gas Metano Liquido, ovvero il combustibile fossile con il minor impatto ambientale al mondo) mai costruita in Francia. Rispetto al normale combustibile per uso marittimo, il GNL riduce le emissioni di zolfo e il particolato del 99%, le emissioni di ossido di azoto (NOx) dell’85% e le emissioni di CO2 del 20%.

Queste due nuove navi rappresentano un investimento aggiuntivo da parte di MSC Crociere del valore di 2 miliardi di euro e comporteranno 14 milioni di ore/lavoro in più, per un totale di oltre 2.400 posti di lavoro (full-time equivalent) per i prossimi tre anni e mezzo.

Oggi MSC Crociere e Chantiers de l’Atlantique hanno esteso inoltre la loro collaborazione per il prossimo decennio con altri due progetti. Le due società hanno firmato un protocollo d’intesa (MoU) per lo sviluppo di un nuovo prototipo di una nuova classe di navi alimentate a GNL per MSC Crociere. Per questo progetto, la Compagnia, il cantiere navale e altri partner si concentreranno sullo sviluppo delle ultime tecnologie ambientali in linea con le richieste dell’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) per il 2030 e il 2050. Le quattro navi di questa nuova classe rappresentano un investimento superiore a 4 miliardi di euro a cui corrisponderanno altre 30 milioni di ore di lavoro per le maestranze coinvolte nel progetto.

Un secondo memorandum d’intesa prevede la collaborazione tra MSC Crociere e Chantiers de l’Atlantique per lo sviluppo di un altro prototipo di una nuova classe di navi, che esplori la possibilità di utilizzare l’energia eolica e altre tecnologie all’avanguardia su navi passeggeri.

I tre accordi firmati oggi rappresentano un investimento superiore a 6,5 ​​miliardi di euro.

Source: trasporti italia general

FerCargo protagonista della ripresa del settore nel 2019: + 4%

Le imprese aderenti a FerCargo protagoniste della ripresa del cargo ferroviario italiano nel 2019, registrato un incremento del traffico, espresso in Treni-km, di circa il 4%, raggiungendo i 49 Mln di Treno-Km, rispetto ai 47,4 Mln del 2018.

Le imprese ferroviarie aderenti in Associazione FerCargo, indipendenti dal Gruppo FSI, hanno registrato sul proprio dato rispetto al 2018, un incremento pari a circa l’8% raggiungendo il 49% del mercato nazionale e provocando una crescita del sistema pari a circa il 4%. In totale hanno prodotto 24 Mln di -km nel 2019, rispetto ai 22,2 Mln del 2018.

Il Presidente di FerCargo, Luigi Legnani, ritiene che la costante crescita del traffico ferroviari merci in Italia, iniziata nel 2015, conferma l’utilità delle politiche di sostegno al comparto avviate con la “cura del ferro“. “È doveroso ricordare però il ruolo degli operatori nuovi entrati nel mercato, le loro capacità e la tenacia manifestata in questi anni, fondamentali per rendere efficace la terapia. Tutto questo – sottolinea – grazie alla liberalizzazione del mercato che ha permesso al trasporto ferroviario delle merci di assumere un nuovo e diverso modellorispetto al passato” conclude il Presidente.

Source: trasporti italia general

Il 2019 chiude in negativo per il mercato di autocarri (-7,6%) e autobus (-7%)

A dicembre 2019, sono stati rilasciati 1.990 libretti di circolazione di nuovi autocarri (-11,7% rispetto a dicembre 2018) e 1.055 libretti di circolazione di nuovi rimorchi e semirimorchi pesanti, ovvero con ptt superiore a 3.500 kg (-17,5%), suddivisi in 121 rimorchi (+42,4%) e 934 semirimorchi (-21,8%). Lo ha comunicato l’Anfia.

Entrambi i comparti confermano un trend negativo nell’intero 2019: 23.622 libretti di circolazione di nuovi autocarri, il 7,6% in meno rispetto al 2018, e 14.494 libretti di circolazione di nuovi rimorchi e semirimorchi pesanti (-8,1% rispetto al cumulato del 2018), così ripartiti: 1.398 rimorchi (-2,9%) e 13.096 semirimorchi (-8,6%).
Nel comparto degli autocarri, nel 2019, solo due mesi hanno registrato volumi in crescita tendenziale: maggio +4,4% e giugno +37,1%. Si tratta di anticipazioni degli acquisti rispetto all’applicazione del Regolamento 2017/2400, inerente gli obblighi di comunicazione su emissioni di CO2 e consumi di carburante, ad alcune tipologie di veicoli pesanti della categoria N3. In conseguenza di ciò, il mercato ha poi accusato una diminuzione del 23% nel 3° trimestre.
Nel Nord Italia, nel 2019 sono stati rilasciati 13.854 libretti (-5,7%), il 59% del totale. Nel
Centro Italia, con 3.852 rilasci, il calo è stato del 9% e nel Sud (incluso Isole), con 5.916
rilasci, si è registrata la contrazione maggiore, -11%.

Analizzando il mercato per tipologia di veicolo, i volumi degli autocarri rigidi risultano, nell’anno da poco concluso, allineati a quelli del 2018 (+0,4%), mentre i trattori stradali sono in flessione del 15%. Si mantiene positivo il mercato degli autocarri per cantiere (+22%).
Guardando, invece, alle alimentazioni, gli autocarri alimentati a gas registrano, nel 2019, una quota del 6,2%, per un totale di 1.467 veicoli. Nello specifico, le vendite di autocarri a metano crescono del 34% e quelle di veicoli a GNL del 49%.
Per i rimorchi e semirimorchi, a livello geografico, nel 2019 il mercato segna un andamento opposto tra Nord (52% di quota), in calo del 15%, e Centro-Sud Italia (48% di quota), in aumento dello 0,2%. Le marche nazionali, con il 42% di quota, registrano un calo dei libretti rilasciati più contenuto (-3,9%) rispetto a quello dei brand esteri (-11%).

Autobus

Nel mese di dicembre, il mercato degli autobus con ptt superiore a 3.500 kg registra 282 nuove unità, riportando un lieve decremento dello 0,4%. Nel mese, continuano a crescere i minibus (+115,8%) e gli scuolabus (+18,2%), mentre registrano un calo a doppia cifra gli altri comparti: -11% per gli autobus adibiti al TPL e -59,6% per gli autobus e midibus turistici.

Nell’intero 2019, sono stati rilasciati 4.249 libretti di autobus contro i 4.567 del 2018, con un calo tendenziale del 7%. Mantengono segno positivo i minibus (+8,1%) e gli scuolabus (+9%), mentre chiudono in flessione rispetto al 2018 gli autobus adibiti al TPL (-14,6%) e gli autobus e midibus turistici (-5%).
Analizzando il mercato per ripartizione geografica, nel 2019 le vendite di autobus hanno riportato un segno positivo nelle regioni del Centro-Sud (+5,6%) e negativo nelle regioni del Nord (-19%).
Per quanto riguarda le alimentazioni, nell’anno appena trascorso sono stati rilasciati 623 libretti di circolazione di autobus con motorizzazione alternativa, in aumento del 37% e con una quota di mercato del 15% (era il 10% nel 2018). Le motorizzazioni a metano/GNL diminuiscono del 21%, con 303 veicoli, mentre quelle ibride gasolio/elettrico passano da 19 autobus nel 2018 a 255 nel 2019, di cui il 47% sono di Iveco.

Gli autobus solo elettrici immatricolati nel 2019 sono 65 (erano 53 nel 2018), di cui 13 autobus del Costruttore Rampini e 1 di Italbus, mentre i restanti sono cinesi e polacchi. Le Regioni che hanno acquistato più autobus ibridi sono state: Lombardia (107), Toscana (61), Trentino Alto Adige (32), Emilia Romagna (28) e Liguria (12). Gli autobus elettrici sono finiti invece in Lombardia (18), Sicilia (16), Piemonte (13) e Liguria (10).

Source: trasporti italia

Ferrovie cargo: GTS e Rail Academy insieme per la formazione di nuovi macchinisti

Il gruppo GTS in collaborazione con Rail Academy, per la formazione di nuovi macchinisti. Negli ultimi anni, sia a livello europeo che italiano, la domanda di mercato del comparto ferroviario, soprattutto delle imprese cargo, ha evidenziato il bisogno di figure specializzate e in particolar modo quelle di macchinisti. E solo in Italia sono circa 3000 quelle di cui avrà bisogno il comparto per i prossimi 3 anni.

“Anche noi di GTS – dichiara il ceo Alessio Muciaccia – siamo alla ricerca di macchinisti: 10 primi agenti, cioè con piena responsabilità del convoglio, da assumere subito a tempo indeterminato e altri 10 entro la fine dell’anno. Anche per questo abbiamo avviato una collaborazione con Rail Academy che apre i suoi corsi a privati che vogliono intraprendere la carriera nel settore ferroviario, nonché a personale delle imprese ferroviarie, gestori infrastruttura e di altri enti di settore

La formazione avviene secondo i nuovissimi standard qualitativi dei programmi didattici, con strumenti e metodi all’avanguardia e tecnologie innovative. “Nel dettaglio, i corsi che proponiamo in calendario – spiega Roberto Salamone, direzione tecnica RA – sono finalizzati a fornire conoscenze professionali su attività di sicurezza quali manutenzione dei veicoli, preparazione dei treni e, con avvio già fissato al 30.03.2020, il percorso relativo alla condotta dei treni.

Tutti gli allievi avranno la possibilità di provare sul “campo” quanto acquisito in aula, con attività di laboratorio ed esercitazioni presso importanti aziende del settore. Questa tipologia di formazione altamente professionalizzante permette ad oggi di accedere con alte percentuali di successo nel mondo del lavoro, cogliendo concrete opportunità di occupazione in ambito ferroviario su territorio nazionale”.

Source: trasporti italia general

Autotrasporto Marche, Cna Fita: meno padroncini e più società, il fatturato è in calo

Meno padroncini, più società di capitali e il fatturato continua a calare. Dopo aver perso il 2,1 per cento nel secondo semestre 2018, se ne è andato un altro 1,7 per cento tra gennaio e giugno 2019. A risentire del calo del fatturato è stata la diffusione degli investimenti che nella prima parte del 2019 ha coinvolto meno di una impresa su quattro.
E’ la fotografia dell’autotrasporto nelle Marche, scattata da Cna-Fita.

Dunque l’autotrasporto marchigiano cambia pelle ma la crisi non passa e il numero delle imprese diminuisce. Dall’inizio del 2016 a novembre 2019, le imprese dei trasporti attive nelle Marche sono scese da 3.991 a 3.749 (-242 di cui 89 scomparse nel solo 2019). A pagare più di tutti una crisi del settore che non vuole finire, sono stati i “padroncini”: le imprese individuali sono passate in quattro anni da 2.536 a 2.296 con la perdita di 240 aziende (-9,5 per cento), pur restando ancora il 60,8 di tutte le imprese di autotrasporto marchigiane, rispetto al 52 per cento della media nazionale. Imprese anziane, con oltre il 60 per cento dei titolari che hanno più di 50 anni.

In deciso aumento le società di capitali che salgono da 658 a 728 (+10,6 per cento) mentre calano anche le società di persone (-5,9 per cento) e le altre forme giuridiche (-7,7 per cento).

Sul territorio il prezzo più alto della crisi lo hanno pagato le imprese di autotrasporto della provincia di Ancona (-87 tra il 2016 e novembre 2019), seguite da quelle di Pesaro Urbino (-56) e Macerata (-49). Più contenuto il calo ad Ascoli Piceno (-29) e Fermo (-21).

Le aziende di autotrasporto chiudono ma chi è rimasto sul mercato ha rafforzato la propria massa critica. Spesso attraverso consorzi e contratti di rete che favoriscono la logistica senza rinunciare alla flessibilità.

“Le nostre imprese” afferma Riccardo Battisti responsabile Cna Fita Marche “per oltre il 90 per cento sono attive nel traffico regionale e internazionale e solo meno del 10 per cento viaggiano oltre frontiera. Il confronto con i vettori esteri è impietoso. Ad esempio i ‘padroncini’ polacchi fanno per il 70 per cento trasporto internazionale. Senza considerare la concorrenza al ribasso sulle tariffe che penalizza fortemente le nostre imprese rispetto a quelle dell’Est Europa. In dieci anni abbiamo perso il 40 per cento delle merci trasportate su strada.”

Il settore è frenato dallo storico gap infrastrutturale della regione ma anche della rete stradale e autostradale nazionale. Il continuo aumento dei costi di gestione, i ritardi nei tempi di pagamento e l’estrema debolezza del potere contrattuale dei “padroncini” nei confronti della committenza.

“Come se non bastasse” precisa Battisti “gli autotrasportatori marchigiani devono affrontare anche il caos sull’A14 e sulla statale 16 a causa dei viadotti a rischio, con maxi ingorghi, strade intasate e file per decine di chilometri. Una situazione insostenibile. Senza un risoluto e celere intervento del Governo ci mobiliteremo organizzando una protesta tra le Marche e l’Abruzzo, riservandoci di individuare modalità, tempi e luoghi della contestazione”.

Le priorità ora sono garantire una effettiva continuità territoriale a tutte le imprese disagiate a causa della critica collocazione logistica; ridurre l’incidenza delle imposte sul gasolio sotto il 50%; impiegare finanziamenti europei per programmare quanto prima un piano straordinario di intervento sulla viabilità; introdurre misure che, consentano tempi certi di pagamento; favorire l’aggregazione tra imprese.

Source: trasporti italia

1 7 8 9 10 11 60