Pedaggi, Confartigianato: garanzia su direttiva 2017 anche per veicoli euro 3

E’ arrivata la risposta di Confartigianato in merito all’incontro tenutosi al Ministero dei Trasporti con all’ordine del giorno la riparametrazione delle percentuali di rimborso sui pedaggi autostradali.

Al tavolo hanno partecipato tutte le federazioni aderenti all’Unatras – si legge in una nota – “in rappresentanza della quasi totalità delle imprese di autotrasporto italiane (compresi gli artigiani), si è sostenuta la necessità di garantire i rimborsi previsti per i veicoli euro 3 nella misura attuale e contrastato la proposta dell’amministrazione di ridurre il rimborso tout court.

Dispiace assistere a ricostruzioni parziali, se non addirittura false su vicende che interessano la vita delle imprese di autotrasporto, utilizzate per influenzare le scelte dell’amministrazione. – prosegue la nota – Pur comprendendo che non sarà possibile riconoscere anche per quest’anno il 9%, che è risultato più alto rispetto al 6,5% fissato nel 2015, si è ritenuta inaccettabile la proposta ministeriale del 6% per il 2017.

Il presidente di Confartigianato Trasporti Amedeo Genedani (nonchè presidente del Coordinamento dell’Autotrasporto Unatras) ha dichiarato: “Nonostante la posizione opposta dai rappresentanti di quelle imprese che per dimensione hanno avuto le possibilità economiche di cambiare rapidamente i veicoli, tutte le federazioni di Unatras all’unanimitá – afferma il Presidente Amedeo Genedani – hanno chiesto al Mit coerenza con il percorso intrapreso con l’incentivazione del parco veicolare meno inquinante verso una maggiore sostenibilità ambientale, sostenendo allo stesso tempo che tali cambiamenti non possono avvenire da un giorno all’altro, soprattuto nelle attuali condizioni di mercato che la stragrande maggioranza degli autotrasportatori deve affrontare”.

“Abbiamo pertanto ribadito l’esigenza di non guardare solo all’obiettivo finale che tutti intendiamo perseguire, ma alla realtà dei fatti e di mercato. È pertanto fondamentale lavorare con oggettiva razionalità – continua Genedani – per creare le condizioni affinché le imprese di autotrasporto, che condividono pienamente l’obiettivo del rispetto dell’ambiente, siano accompagnate gradualmente nel tempo verso il processo di modernizzazione, anche perché le aziende artigiane e PMI sono quelle che pagano le tasse e assumono dipendenti italiani”.

Tale posizione è tra l’altro rafforzata dai dati resi pubblici dalle case costruttrici sul parco circolante in Italia che vede ancora la presenza massiccia di Euro 3 nelle flotte delle aziende italiane. – conclude la nota – Le stesse, dopo aver fatto enormi sacrifici per l’eliminazione dei rimborsi accise sui veicoli euro 0, 1 ed euro 2, insieme alle sfide che devono affrontare quotidianamente, sono alla prese con la trasformazione graduale del loro parco veicolare. I recenti dati statistici registrano, nell’anno 2016, una crescita tendenziale delle nuove immatricolazioni ed in particolare per gli autocarri e i trattori stradali di circa 24 mila unità . Ciò significa che il processo di rinnovo deve assolutamente essere sostenuto ma che esso non può realizzarsi in tempo breve. Infatti, il parco circolante dei veicoli euro 3 è di circa 105 mila mezzi mentre quello euro V è di 25.704 unità, per cui penalizzare gli euro 3 significa ridistribuire le risorse in maniera non equilibrata, discriminatoria e penalizzante soprattutto per le piccole e medie imprese dell’autotrasporto merci conto terzi.

Source: trasporti italia